Governo: aiuti per 40 miliardi, atteso ok a scostamento Def

I contributi a fondo perduto dovrebbero essere parametrati su due mesi e non su uno ed imprese e partite Iva saranno risarcite anche per i costi fissi
Il governo prepara un piano di aiuti all’economia da 40 miliardi con il quale finanzierà un nuovo round di ristori per le imprese, la sospensione delle scadenze fiscali e un pezzo del Recovery plan.
Il via libera alla richiesta di extra deficit arriverà insieme al Documento di economia e finanza che aggiornerà il quadro macroeconomico.

Atteso un giro di consultazioni del premier Mario Draghi con i partiti per discutere il Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo scheletro del nuovo decreto con i sostegni e la liquidità per le imprese che dovrebbe arrivare in parallelo con la decisione sulle eventuali riaperture.
Prevista anche una cabina di regia per la valutazione dei dati Covid e se ci saranno riscontri positivi si potrebbe avviare un confronto sul cronoprogramma per le riaperture già dalla prossima settimana.

Il nuovo sforamento del deficit da 40 miliardi – questa l’entità indicata dal ministro dell’Economia, Daniele Franco – sarà approvato dalle Camere giovedì 22 aprile insieme al Def, e dopo il via libera il governo dovrebbe varare, a cavallo tra la fine di aprile e i primi di maggio, il nuovo pacchetto di aiuti che destinerà circa 35 miliardi alle imprese.

Un capitolo corposo sarà dedicato alla liquidità con la proroga delle moratorie sui prestiti e sulle garanzie pubbliche per cui è in corso il confronto con la Commissione europea. Per i ristori veri e propri potrebbero essere messi in campo 20 miliardi ma dipenderà dalla platea e dai parametri che si sceglierà di adottare. Sarà replicato il meccanismo di erogazione dei contributi a fondo perduto ma cambierà il sistema di calcolo: saranno parametrati su due mesi e non su uno solo come previsto dal decreto Sostegni. Imprese e partite Iva saranno risarcite anche per i costi fissi sostenuti, come bollette e affitti. Dovrebbe essere rifinanziato il credito d’imposta per le locazioni e si valuta anche il taglio dell’Imu sui beni strumentali e un ulteriore rinvio delle esenzioni Tosap e Cosap per altri sei mesi.

A completare il pacchetto da 36 miliardi di aiuti anche un miliardo per gli sgravi alle imprese che assumono con contratto a tempo determinato di uno o due anni: le agevolazioni saranno destinate a chi farà rientrare nel mondo del lavoro i disoccupati, i lavoratori in cassa integrazione o i percettori di reddito di cittadinanza. Atteso anche un nuovo rinvio delle scadenze fiscali che dovrebbe riguardare però solo le attività in crisi che potrebbero beneficiare anche di una proroga del blocco degli sfratti.

L’extra deficit servirà inoltre a coprire parte delle opere escluse dal Recovery plan, ovvero quei progetti ‘in esubero’ rispetto ai 191 miliardi a disposizione del Pnrr, e che sono comunque ritenuti validi. Sarà costituito una sorta di fondo ad hoc da 30 miliardi circa, da spalmare sui sei anni, finanziato in deficit, per una media di circa 5 miliardi l’anno.

Lo scheletro del nuovo piano di sostegni all’economia sta prendendo forma in parallelo al nuovo quadro dei conti che sarà aggiornato anche alla luce dell’ulteriore richiesta di deficit e terrà conto dell’impatto positivo del Recovery plan a partire dall’anno in corso. La contrazione attesa nel primo trimestre dovrebbe portare a una revisione al ribasso del Pil tra il 4 e il 4,5% a fronte dell’obiettivo del 6% fissato in autunno, con un effetto di trascinamento sull’indebitamento netto. Il primo scostamento da 32 miliardi con cui e’ stato finanziato il decreto Sostegni ha già portato la previsione del disavanzo 2021 dall’obiettivo del 7%, indicato nella Nota di aggiornamento al Def, all’8,8 per cento del Pil. Ora, con la nuova richiesta di extra deficit, l’asticella dovrebbe salire verso l’11%.

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