Il rallentamento dell’inflazione ed il calo delle bollette restituiscono un po’ più di fiducia alle famiglie, ma il clima non migliora per le imprese, in particolare per quelle dei servizi di mercato e del turismo, su cui pesa il deterioramento delle attese per la stagione in arrivo.
Così Confesercenti, in una nota, commenta i dati diffusi da Istat sulla fiducia di consumatori ed imprese di febbraio.
I dati Istat sull’indice di fiducia a febbraio restituiscono dunque i primi segnali positivi, anche se nel complesso il quadro rimane in chiaroscuro. Da un lato, infatti, si assiste ad una netta ripresa della fiducia da parte dei consumatori, che recuperano 3,1 punti sul mese scorso. Recupero dovuto soprattutto all’aspettativa di un miglioramento del clima economico generale e di quello futuro, dettato anche dal rallentamento dell’inflazione e dall’abbassamento dei prezzi energetici. Non si è ancora riconquistato tutto il gap con i massimi livelli raggiunti nel post pandemia – a settembre 2021 l’indice sfiorò i 120 – e l’indice si trova di fronte a discrete oscillazioni mensili, ma nel complesso potrebbe essere un segnale positivo se riuscirà a rimanere stabile.
Dal lato delle imprese, invece, si assiste ad un certo stallo complessivo. E se il commercio al dettaglio, dopo mesi di alti e bassi, registra un miglioramento di 4 punti – con il commercio tradizionale che raggiunge i 12 punti, il valore più alto a partire da gennaio 2019 – preoccupa l’arretramento dei servizi di mercato e, in particolare, il dato delle imprese turistiche che vede calare l’indice di 2,5 punti.
A pesare, in questo caso, è soprattutto il deterioramento delle attese future sugli ordini. Ma sulle imprese del settore pesa anche l’emergenza lavoro: stiamo ricevendo molte segnalazioni dagli associati sulle difficoltà di reperimento di personale, in crescita con l’avvicinarsi della stagione primaverile, e per il quale è urgente trovare una soluzione.