18/10/19 – Corrispettivi elettronici (agenzia viaggi)
Corsa ad ostacoli in adv – leggiamo sulla stampa di categoria – le ultime norme hanno modificato tutto”.
“Abbiamo calcolato che l’incidenza dei costi del front office, con i recenti obblighi di informativa sulla privacy e sulla direttiva pacchetti, è quattro volte superiore al passato e penalizza fortemente le perfomance in termini di operatività” fa eco il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi.
“C’è molta confusione nelle agenzie di viaggi – sostiene Luca Caraffini ad di Geo Travel Network – anche professionisti con esperienza decennale fanno fatica a comprendere tutte le sfumature delle nuove regole, a partire dalla differenza tra ciò che è pacchetto turistico e ciò che non lo è. Senza parlare della privacy: qui sono in pochi a rispettare appieno la normativa”.
E da ultimo, ma non ultimi per importanza di adempimento, i corrispettivi elettronici col relativo registratore di cassa telematico obbligatorio a partire dal gennaio 2020.
18/10/19 -L’agenzia di viaggi senza commissione: Pauline demolisce i miti del turismo (ttg)
Consulenza: è questo il vero mantra della distribuzione turistica, negli ultimi anni. Una parola che richiama l’idea della qualità ma anche del risparmio di tempo e della capacità di consigliare. E che viene normalmente opposta alla ‘freddezza’ della vendita online, dove si deve cercare a lungo, confrontare i prezzi e, una volta prenotato, sperare che vada tutto bene.
Tutto il contrario di Neozig, l’agenzia di viaggi creata in Francia da Pauline Maillard. Una storia insolita, quella di Pauline, che decide di dedicarsi al turismo dopo un passato nel private equity. La vicenda, raccontata da tourmag.com è curiosa sotto diversi aspetti. Anche perché scardina buona parte dei luoghi comuni della distribuzione turistica.
Il modello dell’agenzia di Pauline è esattamente il contrario di quello di un qualsiasi punto vendita. Prima di tutto perché non è un negozio fisico. L’agenzia funziona tramite web e telefono. Ma non è una Ota. O meglio ancora, è tutto il contrario di una Ota.
Percentuale zero
Le online travel agency hanno un punto in comune con i punti vendita fisici: il guadagno basato sulle commissioni, ovvero su percentuali riconosciute dal fornitore all’intermediario.
Pauline, invece, non lavora con le commissioni. Si fa pagare, semplicemente, la consulenza. In cambio offre consigli, professionalità e soprattutto risparmio di tempo.
Tutto questo rende Neozig un’agenzia di viaggi di nuova generazione. Che abbatte tutti i limiti che legano il business della distribuzione: la collocazione geografica e la dipendenza dalle commissioni dei fornitori.
Nessuna intermediazione, dunque. La sua è più che altro un’attività di coaching, attraverso la quale viene creato il viaggio sulla base delle esigenze dell’utente. La prenotazione del viaggio stesso è poi un’altra questione.
Tra social e web
L’aggancio del cliente avviene online, tramite il sito internet, promosso attraverso un’intensa attività social. Il primo contatto è un form con 4 o 5 domande.
Poi si passa al colloquio telefonico ed è qui che l’attività entra nel vivo: perché a questo punto Pauline deve comprendere quali sono le esigenze del cliente e quale sia il tipo di viaggio più adatto a lui.
L’agenzia offre tre livelli di servizio: nel primo viene offerto il programma di viaggio, compreso delle attività personalizzate; sarà poi il cliente a effettuare le prenotazioni. Il secondo livello comprende anche idee e suggerimenti su trasporti locali e ristoranti. Solo nella terza formula proposta da Neozig sarà l’agente stesso a effettuare tutte le prenotazioni.
L’acquisto vero e proprio del viaggio, dunque, è in realtà solo uno step accessorio. Il vero servizio dell’agenzia è la costruzione del viaggio ed è quello il servizio per cui il cliente paga.
Quasi un ribaltamento dello schema classico, dove la commissione dell’agenzia è la remunerazione che comprende anche tutto il processo di consulenza.
“Mi faccio pagare solo la consulenza perché ogni lavoro svolto deve essere pagato”: questa la frase di Pauline che, in sostanza, racchiude tutta la filosofia della sua agenzia.
18/10/2019 Direttiva pacchetti, nasce il nuovo sito Diritti del viaggiatore (gv)
Un progetto, ideato per i turisti italiani, promosso dal ministero dello Sviluppo Economico e da Unioncamere. I risultati di una ricerca condotta da Isnart
Diritti del viaggiatore è il nuovo sito, online da pochi giorni, promosso dal ministero dello Sviluppo Economico e Unioncamere, ideato per i turisti italiani per informarli in merito alle nuove norme europee sui diritti dei viaggiatori, recepite dal decreto legislativo 21 maggio 2018, n. 62 entrato in vigore lo scorso 1° luglio.
Lo sviluppo e la sempre crescente diffusione di nuove tecnologie consentono oggi di programmare i propri viaggi ricorrendo non soltanto alla tradizionale agenzia di viaggio o al tour operator, ma utilizzando portali online che permettono di acquistare dei pacchetti in pochi click. Il sito, quindi, sarà un valido strumento per orientarsi in questo dedalo di innumerevoli possibilità di scelta e di personalizzazione dei pacchetti.
Una ricerca condotta da Isnart nel mese di settembre su 1200 persone che hanno effettuato vacanze nel corso di quest’anno, ha rilevato dati significativi: solo il 15,9% è a conoscenza della nuova normativa e ne ha appreso l’esistenza per il 77,6% da internet, mentre solo il 10,9% tramite un’agenzia di viaggi. Si ferma a un 21,9% il numero degli italiani che è stato informato sulla nuova direttiva al momento della prenotazione della vacanza.
Per quanto riguarda la tipologia di servizi prenotati, le preferenze si concentrano su accomodation (53.6%), treno (35.4%), noleggio auto (12.8), l’11.8% afferma di aver prenotato un pacchetto tutto compreso e il 46.9% lo ha fatto tramite Ota. s.f.
17/10/19 – Alitalia, ancora soldi dallo Stato: prestito da 350 milioni di euro (agenzia viaggi)
Per il salvataggio di Alitalia serve un nuovo prestito e otto settimane in più affinché i membri della cordata capeggiata da Fs trovino un accordo per presentare un’offerta vincolante. A chiederlo con una missiva inviata ai commissari e agli advisor dell’ex compagnia di bandiera, è stato martedì sera lo stesso Gianfranco Battisti, ad di Ferrovie dello Stato, che vuole più tempo per «individuare il partner industriale di New Az, definire il piano industriale da condividere e raggiungere un accordo sull’assetto di governance e sul top management e definire un assetto azionario».
Una richiesta di proroga (sarebbe la settima, da quando il vettore ha dichiarato il fallimento nel maggio 2017) che si accompagna alla necessità di ricevere dall’esecutivo un ulteriore prestito ponte di 350 milioni, che secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore sarebbe previsto nell’ultima versione del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020. In questo modo, verrebbe dato il tempo necessario alla nuova Alitalia di diventare operativa entro il mese di marzo 2020.
La palla passa ora ai tre commissari straordinari del vettore – Enrico Laghi, Daniele Discepolo e Stefano Paleari – che si sono presi 48 ore prima di predisporre la risposta al Mise, consapevoli che la mancanza di una proposta per la costituzione del consorzio farebbe venir meno la continuità aziendale della compagnia, primo passo verso la sua liquidazione.
Tra i nodi principali da sciogliere c’è però proprio la scelta del partner industriale (al momento Delta Air Lines ha confermato la propria volontà a non andare oltre all’acquisizione del 10% del capitale), soprattutto dopo il rilancio di qualche giorno fa da parte di Lufthansa. «Apprezziamo il concreto interesse espresso da Lufthansa a partecipare al progetto di rilancio della nuova Alitalia, sulla base di una forte, integrata ed ampia partnership commerciale», si legge in un’altra lettera inviata ai vertici del Mise da parte del direttore generale di Atlantia Giancarlo Guenzi.
Il manager ritiene però «necessario che tale interesse si trasformi in un impegno in equity», ribadendo l’appoggio della società del Gruppo Benetton all’ipotesi tedesca. «Lufthansa ha evidenziato la capacità di finalizzare le discussioni in tempi brevi – si legge ancora nella lettera – siamo dell’opinione che questa prospettiva debba essere seriamente e congiuntamente analizzata e approfondita». E non è tutto, perchè Guenzi fa riferimento all’incontro con Harry Hohmeister, chief commercial officer, lo scorso 14 ottobre: «È emersa chiara la disponibilità da parte di Lufthansa a intervenire, oltre che con uno sforzo commerciale e di management, anche con una quota di equity tale da consentire il raggiungimento di una maggioranza privata nel consorzio».
Per dare il via alla nuova Alitalia, Fs ha messo in conto una dotazione tra 800-1.000 milioni. «Fs e Atlantia hanno manifestato la disponibilità a effettuare un investimento in quote paritetiche fra il 60- 75% – scrive Battisti – in funzione dell’apporto del partner industriale e assumendo la partecipazione del Mef» che è autorizzato a investire nella Newco gli interessi maturati fino a maggio sul prestito, pari a 145 milioni. Per quanto riguarda Delta, il negoziato «ha consentito di fare progressi sul piano industriale, sulla jv transatlantica e sulla governance, sulla quale restano punti da concordare».
Per Battisti c’è convergenza sul «network focalizzato su Fiumicino come porta di accesso da/per l’Italia e su Linate per il traffico corporate; miglioramento del livello di servizio e della customer experience; ruolo centrale delle partnership/Jv; dimensione iniziale della flotta, ottimizzazione della base di costo».
14/10/19 – Formula Assoviaggi: «Le adv devono condividere i servizi» (agenzia viaggi)
La nuova frontiera della distribuzione turistica in Italia impone un gioco di squadra, da praticare nel dialogo con le istituzioni e da realizzare tra imprese per condividere service nell’amministrazione e nella digitalizzazione delle adv. È la road map tracciata da Assoviaggi e illustrata nel dettaglio dal presidente, Gianni Rebecchi.
«È arrivato il momento di fare realmente un fronte comune nel sistema di rappresentanza del turismo organizzato rispetto alle istituzioni. Una vera e propria rete di imprese del settore: ci sono troppe lacune normative che vanno colmate insieme. Il caso recente ed eclatante di Thomas Cook ci impone questo passo, soprattutto se consideriamo che oggi in Italia il comparto deve operare con nuovi obblighi, molteplici garanzie da rilasciare e il tutto in presenza di un abusivismo inaccettabile. Stiamo già parlando con le altre associazioni e credo che entro poco potremo realizzare un tavolo comune come avviene oggi con le associazioni madre dove è stata costituita la rete Imprese nell’artigianato. Il mondo della distribuzione e dell’organizzazione, nel 2020, dovrà compiere un passaggio concreto soprattutto alla luce della legge delega che sta seguendo il suo iter».
Quali sono le mosse di Assoviaggi a sostegno delle agenzie?
«Stiamo incrementando la nostra attività di assistenza e tutela, formando al nostro interno persone che possono dare assistenza. Nella nostra associazione, ad esempio, sono già operativi dipartimenti fiscali e legali e andremo a incrementare il ramo assicurativo. Abbiamo implementato un prodotto di copertura e assistenza sanitaria sviluppato con la Mutua Hygeia. Poi abbiamo dato vita a convenzioni per l’acquisto di auto aziendali, per l’accesso al credito e per la digitalizzazione, a costi contenuti. D’altra parte c’è un passaggio fondamentale per le adv che riguarda l’adeguamento tecnologico che presenta costi importanti, e come associazione vogliamo dare supporto con prodotti di finanziamento alla portata delle singole adv».
Come si promuovono i plus che le agenzie possono assicurare al consumer? «A gennaio del 2020 fa organizzeremo a Bologna il primo corso di alta formazione per le adv e ne seguiranno altri rivolti a piccoli gruppi di adv, con un massimo di 30 partecipanti, incentrato sugli adempimenti legali. Altri corsi verranno dedicati alle modalità di comunicazione e promozione dei servizi d’agenzia. Ci sono numerosi colleghi che hanno realizzato programmi, soprattutto sull’incoming, che spesso non riescono a comunicare nel modo giusto. In altre parole, Assoviaggi intende fornire percorsi formativi che permettano al singolo adv di avere adeguati supporti».
A proposito della digitalizzazione, cosa pensate di organizzare a favore delle adv?
«Abbiamo in mente di realizzare corsi di formazione, in collaborazione con il Politecnico di Milano. Si tratta di servizi che Assoviaggi intende fornire con tempestività e soprattutto a basso costo. Abbiamo calcolato che l’incidenza dei costi del front office, con i recenti obblighi di informativa sulla privacy e sulla direttiva pacchetti, è quattro volte superiore al passato e penalizza fortemente le perfomance in termini di operatività. Tutto questo sottrae tempo alla vendita finale. C’è poi l’attività sui social che impone una risorsa dedicata e infine la parte amministrativa, con le crescenti incombenze giornaliere. In buona sostanza per tutto questo credo che nell’immediato futuro dovremo approcciare ad un modello di economie di scala che permetta a più agenzie di condividere un service di contabilità, di consulenza legale ed un service tecnologico per presidiare i mercati online».
Per esempio?
«Per fare un esempio, sarà strategico avere un social media manager condiviso con altre agenzie di viaggi. In buona sostanza realizzare economie di scala locali, nella stessa provincia o regione, che possano condividere un sistema operativo comune. Quello che molti network stanno già facendo, ma con la differenza che loro propongono la condivisione di sistemi nazionali che non tengono conto delle peculiarità dei singoli territori».
10/10/19 -Assoturismo: musei e siti culturali siano al centro dell’offerta turistica (giornale del turismo)
“La quota significativa di Pil che generano i musei e i siti culturali italiani merita un’attenzione particolare per costruire una strategia che possa valorizzarli in maniera adeguata e tale da farli diventare il cuore |
dell’offerta turistica del Paese. In questa direzione è giusto dare un senso all’accorpamento del Ministero dei Beni Culturali con il Turismo, in modo da dare vita ad un percorso virtuoso a beneficio del comparto turistico e al rilancio economico delle città d’arte”. |
come i musei e i siti archeologici statali oggi danno lavoro a 117mila addetti, sono visitati ogni anno da 53 milioni di persone, generano 27 miliardi di euro (l’1,6% del Pil) e producono ricavi per 278 milioni di euro. “Dati – afferma Messina – che confermano come il ruolo della cultura e dell’arte risulti fondamentale e strategico per il Paese, considerato che abbiamo un patrimonio che rappresenta non solo il nostro passato e il presente, ma anche una risorsa da tutelare e valorizzare che ci rende unici nel panorama internazionale e che può proiettarci nel futuro”.
“Ma è ormai ampiamente noto – aggiunge il presidente di Assoturismo – come non sia sufficiente possedere una quota anche cospicua di beni culturali per attrarre automaticamente la domanda di consumo culturale. Un territorio come quello italiano, dotato di un così ampio e articolato complesso di emergenze archeologiche, di siti storico-architettonici, di beni artistici, di paesaggi culturali, di tradizioni storiche richiede un livello di progettazione adeguato all’offerta dei servizi culturali che rendano facilmente fruibili i beni artistici”
“Ciò significa non soltanto rendere accessibili musei o aree archeologiche, biblioteche o parchi ambientali, ma anche qualificare la rete di servizi primari che ne favoriscano la corretta fruizione: informazione, comunicazione, trasporti, ricettività turistica. Così facendo si può fare in modo che questo patrimonio possa veramente essere messo a valore e costituire il motore dello sviluppo del turismo nel nostro Paese”.
“In questo quadro il turismo culturale – conclude Vittorio Messina – rappresenta una quota rilevante dell’industria turistica nazionale, continuando a registrare un trend di crescita che sembra non conoscere flessioni. Rilanciare il turismo culturale significa, dunque, creare le condizioni per sviluppare il Paese in una logica territoriale omogenea, creare occupazione e fare del turismo il più importante settore industriale su cui l’Italia possa contare per la crescita”.
08/10/19 – Turismo sommerso ai margini della legge (ttg)
La direttiva (UE) 2302/2015 esclude dal proprio ambito di applicazione espressamente i pacchetti turistici offerti ed i servizi turistici collegati agevolati quando ciò avvenga occasionalmente e senza fine di lucro a un gruppo limitato di viaggiatori. Tale esclusione è stata attuata dagli Stati membri nel diritto interno con poche variazioni, anche in forza della clausola di massima armonizzazione che impone agli stessi di non introdurre nel loro diritto nazionale disposizioni divergenti da quelle stabilite dalla direttiva, incluse le disposizioni più o meno severe per garantire al viaggiatore un
livello di tutela diverso.
Esistono tuttavia delle sfumature non indifferenti: in particolare, mentre in Germania (§651a del BGB, codice civile tedesco) ed in Spagna (Art. 150, legge generale di protezione dei consumatori) così come nel Regno Unito (Art, 3 legge di protezione dei consumatori, la norma rimarrà anche in caso di Brexit) viene ripreso il testo della direttiva senza alcuna variazione, in Italia invece (art. 32.b del Codice del Turismo) si aggiungono dei requisiti assai più stringenti per essere esentati dall’applicazione degli obblighi informativi e di esecuzione della direttiva.
In particolare, in Italia l’offerente deve essere un’associazione, mentre l’avverbio occasionalmente viene interpretato in via autentica in senso temporale come non più di due volte all’anno e senza le modalità commerciali di offerta al pubblico, per cui solo attraverso proposte ricettìzie. In più, all’associazione è fatto obbligo espresso di fornire informazioni adeguate ai viaggiatori sul fatto di non essere soggetta alla disciplina della direttiva su citata.
È interessante rilevare a questo proposito che in Francia invece sono in ogni caso previsti degli obblighi di solvibilità finanziaria anche per le associazioni, salvo quelle facenti parte di federazioni o sindacati che possano coprire le prime (art. L.211-18.III del Codice del Turismo).
In sostanza il quadro normativo italiano, se fosse applicata con rigore la norma che esenta l’applicabilità dalla direttiva sui viaggi a pacchetto e sui servizi turistici collegati, non lascerebbe molto spazio ad un turismo sommerso a scapito delle agenzie di viaggio.
Tuttavia per ottenere ciò occorrerebbero delle specifiche sanzioni per quelle associazioni che non informino preventivamente i viaggiatori sul fatto della non applicabilità alle stesse della normativa europea, la quale – è bene rammentarlo – assicura il più alto livello di protezione dei viaggiatori sinora raggiunto. Ciò non risulta semplice da ottenere, non essendo tali enti imprese e soprattutto alla luce dell’art. 18 della Costituzione italiana, che tutela il diritto di tutti i cittadini di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. In definitiva, la materia di rango costituzionale impedirebbe più pregnanti controlli per ragioni di condotte al margine della legge ordinaria.