L’incertezza torna a farsi sentire sui consumi, nonostante i segnali di ripresa. Le stime Istat sulle vendite di luglio dipingono un quadro in chiaro scuro per il commercio: se da un lato continua il forte recupero di vendite rispetto allo scorso anno – e non poteva essere altrimenti – dall’altro si segnala la frenata rispetto a giugno, da attribuire al permanere dell’incertezza tra famiglie ed imprese.
E’ quanto si legge in una nota dell’Ufficio economico Confesercenti relativa ai dati Istat sulle vendite al dettaglio di luglio.
A registrare un certo affaticamento, rispetto al mese precedente, è soprattutto il comparto non alimentare. Ma anche l’alimentare, in questi primi sette mesi dell’anno, ha evidenziato la sofferenza dei piccoli esercizi a fronte di un consolidamento delle vendite nella grande distribuzione (2,1%) i piccoli esercizi, infatti, rilevano un segno negativo pari a quasi il 3%. Anche il commercio elettronico rallenta a luglio, pure registrando comunque nel 2021 una crescita superiore al 20%.
Dopo i segnali positivi di giugno il nuovo rallentamento dimostra che – nonostante il buon andamento turistico della stagione estiva – il recupero dei consumi non si è ancora trasformato in una ripresa strutturale. A pesare, su famiglie ed imprese, le ancora troppe incognite legate all’andamento della situazione sanitaria e agli esiti della campagna vaccinale, che tornano a ridurre le decisioni di spesa. Un indebolimento da evitare, perché inciderebbe sulla crescita di tutto il Paese: i consumi valgono il 60% del Pil e sono certamente il grande malato della nostra economia, che dopo il crollo registrato nel 2020 non ha ancora ricevuto una terapia adeguata. Bisogna ridare fiducia e respiro a famiglie e imprese, a partire dalla leva impositiva: sarà fondamentale pensare in questa direzione anche la prossima riforma del fisco.