Il mercato dà segnali di stabilizzazione dopo due anni di corsa e registra un lieve rallentamento. La frenata di alcune economie europee si riflette sulle presenze straniere (-1%), ma continuano a crescere i visitatori USA. La neve dà una mano alla montagna: previste 4,9 milioni di presenze nelle località montane
Dopo due anni di crescita straordinari, il mercato del turismo dà segnali di stabilizzazione e rallenta la sua corsa. Per il periodo delle festività, nelle strutture ricettive italiane sono attese circa 16,3 milioni di presenze, un risultato in flessione del -1,5% rispetto allo scorso anno anche per una riduzione dei visitatori stranieri. Due turisti su tre sceglieranno una città d’arte o una località montana, in crescita anche grazie al meteo favorevole per le piste da sci.
A stimarlo il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, sulla base di un sondaggio somministrato ad un campione di 1.225 imprenditori delle ricettività.
Le prospettive. Il quadro che emerge è improntato alla prudenza. L’obiettivo è quello di eguagliare le performance della scorsa stagione, ma la percezione degli imprenditori è che il mercato stia nel complesso rallentando, anche se le aspettative del settore sono per un leggero miglioramento della tendenza grazie alle partenze last minute. La flessione è attesa sia per il movimento dei turisti italiani (-1,9%) sia per i flussi provenienti dall’estero (-1%), ed è percepita sia dalle imprese alberghiere (-1,3%) che soprattutto da quelle dell’extralberghiero scende (-2,1%). Le aspettative sono leggermente peggiori per le regioni del Centro (-2%) e del Sud-Isole (-1,9%) rispetto a Nord Est (-1,4%) e Nord Ovest (-1,1%).
I fattori del rallentamento. Da un lato, pesa il confronto con una stagione natalizia straordinaria come quella del 2023, in cui le presenze hanno superato quota 16,5 milioni. Dall’altro, proseguono le incertezze della domanda italiana – che continua a misurarsi con un livello dei prezzi ancora elevato – e ora anche internazionale, con le tensioni geopolitiche ed il peggioramento dell’economia di alcuni paesi dell’area euro che pesano sulle presenze straniere, per la prima volta negli ultimi anni in flessione.
Le mete. La montagna e le città d’arte intercetteranno la quota maggiore del movimento di visitatori. In particolare, per le località sciistiche il trend atteso è di un leggero incremento delle presenze del +0,3% (+0,3% di italiani e +0,4% di stranieri), ma il last minute potrebbe migliorare i risultati. La quota di mercato della domanda estera è del 47,4%. Tra le principali nazionalità straniere si segnala Germania, Svizzera, Scandinavia, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi. Anche città, centri d’arte e borghi che intercetteranno una quota rilevante di turisti, soprattutto stranieri, anche se il trend stimato è -0,9% (-1,7% di italiani e -0,2% di stranieri). La quota della domanda estera è segnalata al 52% del totale. Le nazionalità prevalenti saranno tedeschi, statunitensi, francesi, spagnoli, britannici, svizzeri, brasiliani, canadesi.
Meno Europa, più USA. La composizione del mercato sarà per il 57% di italiani – 9,3 milioni di presenze – e per il restante 43% di turisti stranieri (7 milioni). Il panorama internazionale atteso per le festività di fine anno registra una crescita negli arrivi soprattutto dagli Stati Uniti, Svizzera, Polonia, Paesi Scandinavi e Corea del Sud. In leggera flessione, invece, i flussi provenienti da alcuni mercati europei: rallentano i flussi da Germania, Regno Unito, Belgio, Ungheria con una riduzione più marcata per l’Austria. Stabili, invece, Spagna, Australia, Paesi Bassi, Canada, Brasile, Francia. In diminuzione, guardando all’extra Ue, anche le prenotazioni da Giappone, Cina, India, Russia.
“Il turismo italiano si appresta a vivere per le feste una buona stagione turistica, anche se registra una lieve frenata dopo le performance più che positive degli ultimi anni”, commenta Vittorio Messina, Presidente di Assoturismo Confesercenti. “In parte, gli italiani continuano a misurarsi con un livello di prezzi elevato, e spostano sempre più spesso le vacanze fuori dai periodi tradizionali per risparmiare un po’. Pesa però anche la frenata del turismo straniero, la cui crescita aveva finora compensato l’erosione della domanda italiana: il comparto inizia a risentire delle turbolenze internazionali, si allargano i conflitti, aumentano le tensioni geopolitiche e peggiora l’economia di alcuni paesi dell’area euro. Il timore degli imprenditori della filiera del turismo è che il perdurare delle difficoltà si ripercuotano anche sugli arrivi della prima parte del 2025. Bisogna lavorare per invertire la tendenza, anche con l’occasione del Giubileo, il cui impatto positivo ancora non si avverte, e che invece non deve essere un volano solo per Roma e Lazio, ma per tutto il Paese”.